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San Giuseppe protettore degli imprenditori

di Tarcisio Stramare

L’importanza del lavoro nella vita sia individuale che sociale è fuori discussione. Nella vita individuale il lavoro è indispensabile per la sua crescita e il suo completo sviluppo. Il contatto quotidiano con la realtà, con le leggi della natura, con impegni precisi, affina nell’uomo l’intelligenza, ne stimola la volontà, ne sviluppa le facoltà, ne promuove il senso del dovere e richiede un molteplice e diuturno esercizio di virtù che sono sorgente di meriti civili e cristiani. In tale modo il lavoro apre l’uomo a quella promozione che lo porta al raggiungimento della sua perfezione naturale e soprannaturale.

Tutti conoscono, al contrario, le conseguenze deleterie dell’inattività, della pigrizia e dell’ozio. Se poi consideriamo il lavoro nel suo aspetto sociale ed economico, chi non conosce i beni che esso produce e il benessere che ne consegue? L’operosità umana consente una vita più agiata e assicura l’avvenire della propria famiglia e comunità, divenendo in tale modo strumento di carità per sopperire alle necessità di chi non fosse nella possibilità, per età o per malattia, di provvedere a se stesso. 

Eppure il lavoro non è solo fucina di virtù umane e cristiane individuali e sociali; esso è anche occasione di abbrutimento, di invidia, di odio e di lotta. L’antico peccato, che ha incatenato la fatica al lavoro, esercita ancora la sua tirannia sul lavoro attraverso la sofferenza, l’oppressione, la rivolta, l’egoismo, l’ingordigia, lo sfruttamento, le divisioni, le contese.

Se Gesù, nel mistero dell’incarnazione ha assunto tutte le realtà umane per redimerle, il lavoro andava in particolare modo assunto e redento. Nell’esortazione apostolica Il Custode del Redentore, dedicata alla figura e alla missione di san Giuseppe nel mistero di Cristo e della Chiesa, Giovanni Paolo II, che già aveva dedicato l’Enciclica Laborem exercens (1981) al lavoro, sottolinea espressamente lo stretto rapporto tra la redenzione e il lavoro, evidenziando il ruolo di san Giuseppe: «Il lavoro umano e, in particolare, il lavoro manuale, trovano nel Vangelo un accento speciale. Insieme all’umanità del Figlio di Dio esso è stato accolto nel mistero dell’incarnazione, come anche è stato in particolare modo redento. Grazie al banco di lavoro presso il quale esercitava il suo mestiere insieme con Gesù, Giuseppe avvicinò il lavoro umano al mistero della redenzione» (n. 22). Proprio a motivo del singolare ruolo di san Giuseppe nella formazione umana di Gesù, san Giuseppe è riconosciuto da tutta la Chiesa come il protettore dei lavoratori. Ebbene, è proprio l’Enciclica Laborem exercens (n.17) che il papa unisce espressamente ai lavoratori anche coloro che lo promuovono, coinvolgendo in esso risorse e capacità, ossia gli “imprenditori”.

Si comprende così l’iniziativa dell’imprenditore Lorenzo Orsenigo di costituire, a Como, il 20 novembre 2012, l’Associazione di Promozione Sociale “San Giuseppe Imprenditore”, già benemerita per le sue molteplici attività, tra le quali il “Telefono Arancione”, servizio nazionale no profit di ascolto e aiuto agli imprenditori in crisi.

Il 19 marzo 2017, l’Associazione ha voluto rendere visibile il suo particolare legame con san Giuseppe attraverso un’opera d’arte, affidata al pittore  Giuseppe Marino. Compito certamente non facile, a motivo soprattutto dell’assoluta novità dell’argomento. Non si tratta, infatti, di ripetere il noto soggetto di san Giuseppe nella sua bottega, ma di allargarlo e di metterlo in relazione, attraverso il lavoro di Gesù, con tutte le categorie lavorative e i loro imprenditori, che del lavoro sono coloro che lo generano e lo custodiscono.

La preziosa icona pittorica in oro, su tavola lignea di m 1,30 x m 1,00, si presenta da sola nella sua immagine. Ne lasciamo la descrizione al pittore stesso, ben consapevoli che l’opera richiede una particolare partecipazione, quale traspare dalla commozione delle parole stesse dell’autore:                                                                                                           

«La mia nuova creazione pittorica vuole mettere in evidenza con tratti precisi e vivaci colori “il nuovo san Giuseppe”. Per san Giuseppe intendo il santo che sempre veglia e ci protegge in ogni nostro cammino di vita. 

Vediamo il santo artigiano, che nella sua bottega lavora con i suoi operai, con accanto il suo figlio Gesù adolescente, all’età di 12 anni... San Giuseppe viene raffigurato anche in cielo… sì, poiché lavora ancora con noi e per noi intercede nel nostro lavoro… Lui, Giuseppe, “protettore degli imprenditori”, ieri come oggi.

In alto, sul lato sinistro dell’icona, si scorge una finestra, che si apre verso l’esterno, rendendo visibile la presenza del mondo del lavoro attraverso immagini d’imprenditori impegnati in varie attività… “Il moderno mondo”, reale e attuale, si affaccia alla vecchia bottega del santo Patrono san Giuseppe,  che dal cielo ci guida con la protezione amorevole di un padre.

In alto, l’icona si innalza quasi a toccare il cielo… con un doppio triangolo: il primo rappresenta la Santissima Trinità; il secondo si connette al primo, delineando con una cornice di legno una “Casa bottega”, che si erge tra cielo e terra. Nel punto centrale dei due triangoli emerge in rialzo scultorio, quasi vivo, il cuore di San Giuseppe, al quale possiamo rivolgere la nostra fiduciosa preghiera, sicuri della sua potente protezione». 

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